Nomisma: il 37% delle famiglie ha ristrutturato casa negli ultimi 12 mesi
Nomisma: il 37% delle famiglie ha ristrutturato casa negli ultimi 12 mesi
di E.I. 30 Novembre 2022Negli ultimi 12 mesi il 37% delle famiglie italiane ha 
effettuato un intervento di ristrutturazione o miglioramento 
dell’abitazione in cui vive, ma solo l’11% ha dichiarato che nel 
prossimo anno investirà in tali interventi. È quanto emerge dalla 
ricerca "Bonus fiscali e riqualificazione edilizia- La propensione delle
 famiglie italiane al rinnovamento e alla ristrutturazione della casa" 
curata da Nomisma e presentata in occasione dell'Assemblea Nazionale 
ANGAISA.
Lo studio della società di consulenza bolognese è partito 
dall'identikit della casa in cui vivono gli italiani, 5 persone su 10 
vivono in un condominio con 5 o più unità immobiliari e 3 su 10 occupano
 una casa singola. Se si guarda alle dimensioni dell'appartamento, 1 su 2
 vive in abitazioni tra i 70 e i 109 metri quadri.  
Gli italiani sono prevalentemente insoddisfatti rispetto ai propri 
consumi energetici (6 su 10), è stata proprio questa necessità di 
cambiamento una delle motivazioni principali portato alla realizzazione 
degli interventi di efficientamento e miglioramento. Al secondo posto 
nella classifica delle insoddisfazioni compaiono il verde e 
l'irrigazione (49%), la conservazione e la manutenzione generale 
dell'edificio (48%) e i rivestimenti (44%, mentre a Roma 
l'insoddisfazione raggiunge il 51%). Nelle grandi città, Roma e Milano 
in primis, la soddisfazione per quanto riguarda le camere occupate si fa
 più contenuta (64% versus 72%). Dal sondaggio emerge, inoltre, come gli
 affittuari appaiano sempre maggiormente insoddisfatti rispetto ai 
proprietari. 
La voglia di ristrutturare e migliorare la propria abitazione è 
alimentata dall'inefficienza energetica. Quasi 4 italiani su 10 (37%) 
negli ultimi 12 mesi hanno avviato interventi di miglioramento e o 
ristrutturazione di un'abitazione, sia essa principale o secondaria. Il 
27% di essi sono affittuari. Nel Nord Ovest è il 37% dei rispondenti a 
dichiarare di aver avviato i lavori; nel Nord Est il 36%. Più alta la 
percentuale a livello italiano al Centro (40%) mentre al Sud i Sì sono 
al 33%. Osservando le grandi città a Milano i lavori sono stati avviati 
dal 34% dei rispondenti, mentre a Roma si attesta al 33%. 
Gli interventi di ristrutturazione o di miglioramento sono stati 
svolti prevalentemente all'interno di un'abitazione sita in un 
condominio con 5 o più unità immobiliare (54%). A seguire, all'interno 
di una casa singola (39%). Solo per l'8%, gli interventi hanno 
riguardato le parti comuni condominiali. 
Ma perché 6 su 10 non si sono attivati per attuare lavori di 
ristrutturazione o miglioramento della propria abitazione? Le principali
 motivazioni riguardano la non necessità di intervento nel periodo 
considerato (34%), così come l'eccessiva onerosità (24%). 
Dallo studio Nomisma è emerso come il 64% dei proprietari che hanno
 effettuato gli interventi si siano orientati quelli di natura 
strutturale (quasi la metà, 49%, per il miglioramento termico 
dell'edificio e il 30% per le strutture opache della facciata o dei 
balconi). Il 62% tra coloro che hanno effettuato interventi di 
ristrutturazione o miglioramento ha eseguito interventi relativi a 
sanitari e rubinetteria; al terzo posto (61%) l'efficientamento 
energetico, in particolare la sostituzione di impianti di 
climatizzazione invernale (40%), di climatizzazione estiva (32%) e 
l'installazione di pannelli solari/impianti fotovoltaici (22%). Il 43% 
dei rispondenti ha indicato l'effettuazione di lavori relativi agli 
impianti di condizionamento. 
La principale motivazione che ha spinto l'attivazione da parte di 
proprietari e affittuari dei professionisti in campo edilizio e 
idrotermosanitario è stata per 1 persona su 2 la volontà di migliorare 
il comfort abitativo, guidata in particolare dagli incentivi statali. Al
 secondo posto, come precedentemente anticipato, la riduzione dei 
consumi energetici (48%), al terzo, la non rimandabilità degli 
interventi (36%) e in ultimo (30%) la volontà di sfruttare gli incentivi
 statali. 
Analizzando il costo medio per i soli interventi di efficientamento
 energetico – sostituzione di impianti di climatizzazione invernale o 
estiva, installazione di pannelli fotovoltaici, ventilazione meccanica 
controllata e i dispositivi multimediali per il controllo a distanza 
degli impianti di riscaldamento, acqua calda o climatizzazione – esso 
ammonta a circa  5.500 euro. Se ad esso si aggiungono anche gli 
interventi strutturali – miglioramento termico dell'edificio e 
rifacimento dei balconi – e gli altri interventi – trattamento delle 
acque e sistemi antincendio -, l'investimento medio sostenuto raggiunge 
13.800 euro. Gli interventi su sanitari e rubinetteria presentano invece
 un investimento medio di 4.600 euro. 
Incentivi statali sì, incentivi statali no. Una famiglia su due ha 
deciso di aderire alle detrazioni fiscali/bonus per gli interventi che 
ha dovuto sostenere. Lo hanno fatto il 40% dei romani e il 41% dei 
milanesi.  
Il 40% delle persone che ha deciso di aderire ai bonus lo ha fatto 
per accedere agli interventi di riqualificazione energetica; il 37% per 
ristrutturazioni edilizie e al terzo posto, con il 21%, il Superbonus 
110%.  Il 12% degli aderenti ha deciso, infine, di richiedere il bonus 
facciate. 
Il "doping" dei bonus ha guidato le performance del mercato. Il 51%
 dei rispondenti ha dichiarato che non avrebbe mai realizzato interventi
 in assenza di incentivi.  Questa tendenza prevale nella popolazione del
 Nord Ovest e del Centro Italia e nella fascia 55-65 anni. Le 
performance particolarmente positive del settore edilizio ed 
idrotermosanitario appaiono "dopate" dalla presenza dei bonus, che hanno
 spinto all'attivazione di cantieri ed interventi anche famiglie che 
viceversa sarebbero rimaste dormienti. Una situazione che, alla luce dei
 nuovi decreti, potrebbe non presentarsi altrettanto rosea nel 2023.   
A quale professionista affidarsi? Il professionista cui affidare i 
lavori viene scelto, in particolare, sulla base della conoscenza 
pregressa (32%), a cui si unisce la necessità di eseguire con rapidità i
 lavori pianificati (31%). Un ulteriore elemento è dettato dalla 
valutazione economica dell'intervento, aspetto particolarmente 
importante nella zona di Roma (39% vs 30%). La segnalazione da parte di 
amici e parenti viene presa in considerazione in misura più importante 
nel Centro e nel Sud Italia. 
Le maggiori soddisfazioni da parte dei rispondenti nei confronti 
dei soggetti coinvolti nella realizzazione degli interventi sono 
indirizzate al distributore specializzato (79%) – anche se coinvolto in 
misura minore rispetto ad altri professionisti in riferimento ai 
differenti interventi -, seguito dal negozio fai da te/grande 
distribuzione (77%). Una soddisfazione medio-alta si osserva anche nei 
confronti del muratore e dell'idraulico specializzato (pari merito 76%),
 a seguire l'architetto (73%). 
Per Cooperative edili, geometri ed ingegneri si registra invece una
 soddisfazione media, con valori che oscillano tra il 60% e il 70%. 
Ma non tutto va come pianificato. Il 21% degli intervistati ha 
indicato di essere andato incontro a criticità nello svolgimento dei 
lavori di ristrutturazione o a problematiche che hanno provocato ritardi
 nella consegna rispetto ai tempi pattuiti. In particolare, le criticità
 sono state dovute ai ritardi nella consegna dei materiali e nella 
difficoltà a reperirli (46%) e la mancanza di operai e artigiani per la 
realizzazione dell'opera (25%). 
Queste criticità hanno comportato la permanenza dei pontili a causa
 del rallentamento o del blocco dei lavori (42% dei casi), l'aumento dei
 costi di realizzazione in itinere (27%) e un preventivo più alto 
rispetto alle aspettative (22%). 
Spostando il focus rispetto ai 12 mesi a venire, la fotografia 
scattata nella rilevazione effettuata a settembre, restituisce un 
rallentamento dell'euforia da bonus. Solo l'11% degli italiani ha 
dichiarato che con certezza effettuerà interventi sulla propria 
abitazione, mentre il 38% è ancora indeciso. Le motivazioni principali 
alla base della scelta di procedere con i lavori si confermano il 
miglioramento del comfort abitativo – reso possibile dagli incentivi – e
 la riduzione dei consumi energetici. 
Per i prossimi 12 mesi, l'investimento medio per le attività di 
ristrutturazione e o miglioramento pianificate, ammonterà a 15.340 euro 
per gli interventi strutturali, a 8.170 euro per quelli di 
efficientamento energetico. Per tutti gli altri interventi – rifacimento
 tetti, impianti antincendio, trattamento delle acque – l'investimento 
medio per famiglia sarà di 10.465 euro. Considerando invece l'impegno 
finanziario relativo agli interventi per sanitari e rubinetteria, questo
 sarà rispettivamente di 5.715 euro e di 4.670 euro per l'acquisto e 
l'installazione di impianti di condizionamento. 
La presenza di incentivi e bonus continua a svolgere un effetto 
catalizzatore. Se nell'immediato futuro non ci fossero gli incentivi, il
 57% di coloro che pensano di effettuare degli interventi di 
efficientamento con ricorso ai bonus non si attiverebbe. 
L'euforia del mercato sembra però spegnersi se si guarda al domani.
 L'attuale contesto macroeconomico, in cui l'inflazione e l'aumento del 
costo del denaro giocano un ruolo importante, pone un freno all'euforia 
da investimento sulla propria abitazione. Se si guarda ai prossimi 12 
mesi, il 4,7% degli italiani pensa di fare ricorso al Superbonus, che 
con il Decreto-legge 18 novembre 2022 n. 176 si ridurrà dal 110 al 90%. 
Se prima le famiglie interessate erano 1,8 milioni, ora scendono a 1,2; 
si tratta di 1 famiglia su 3, già orientata a questo tipo di intervento,
 che però ora decide di rinunciarvi. 
Ampliando l'orizzonte temporale a oltre i prossimi 12 mesi, le 
prospettive si fanno meno espansive, le famiglie italiane che pensano 
all'utilizzo del Superbonus 70% arrivano al 3%, il 2% se si considera il
 Superbonus al 65%. 
Luca Dondi, Amministratore Delegato Nomisma e Roberta Gabrielli, Senior Project Manager:
 "I dati analizzati confermano che il mercato ha vissuto un momento di 
crescita straordinario. Questi risultati partono dalla voglia degli 
italiani di migliorare il proprio comfort abitativo, così come i consumi
 energetici. Una situazione che è stata accelerata dalla presenza dei 
bonus, che hanno dato un boost al numero complessivo di interventi. 
Nella giornata di venerdì 25 novembre si è conclusa la possibilità di 
presentare la Cilas per avere diritto alla misura del Bonus 110%; 
subentra il nuovo decreto "Aiuti quater", che prevede l'agevolazione per
 gli interventi di riqualificazione energetica o sismica degli edifici 
al 90%. Sembra venir meno l'entusiasmo che sino ad ora ha caratterizzato
 il mercato, sono attualmente 2 su 3 le famiglie che continuano a dirsi 
interessate all'avvio dei lavori con il Superbonus al 90%; un dato che 
dovrà essere sicuramente tenuto in considerazione nella pianificazione 
dei budget futuri di settore". 
Maurizio Lo Re, Presidente ANGAISA: "Anche i dati 
dell'Osservatorio Vendite ANGAISA sembrano testimoniare un progressivo 
raffreddamento del mercato. D'altra parte, dopo l'euforia degli ultimi 
due anni, una parziale inversione di tendenza era ampiamente attesa 
dagli operatori del nostro settore. Crediamo che gli incentivi possano 
comunque ancora giocare un ruolo fondamentale per tenere acceso il 
motore dell'edilizia, volàno fondamentale per l'intera economia 
nazionale".
	    			
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